Museo di Storia Naturale di Venezia

Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue

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Uova di Garusolo

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Può capitare, passeggiando lungo le nostre spiagge, di trovare sulla riva degli ammassi bianchi, leggeri, di dimensioni variabili da un pugno ad un grosso pallone, formati da molte piccole concamerazioni identiche, unite a formare un’unica struttura che le onde depongono sul bagnasciuga. Alcune persone, confondendoli con delle grosse spugne, li raccolgono talvolta tentando anche di usarli come tali. In realtà non si tratta di Poriferi, il gruppo zoologico a cui appartengono gli organismi che comunemente chiamiamo spugne, ma di grossi ammassi di capsule ovigere di un particolare mollusco gasteropode, il “garusolo” Hexaplex trunculus (Linnaeus, 1758).

Questo mollusco, dalla conchiglia solida, formata da 6–7 giri di cui l’ultimo rappresenta oltre i due terzi dell’altezza complessiva, è la specie di murice che penetra in laguna in tutta l’area delle bocche di porto e nei principali canali ad esse collegati, e denominata “bulo mascio” o “nono” per distinguerla dalla specie più tipicamente marina Bolinus brandaris (Linnaeus, 1758). Quest’ultima specie è facilmente riconoscibile per il lungo e sottile canale sifonale, il corpo conchigliare globoso e munito di spine più lunghe ed appuntite, il colore uniforme giallo-rosato.

Ambedue le specie sono carnivore, ma il più opportunista H. trunculus si nutre tanto di bivalvi che preda attivamente che delle spoglie di animali morti (crostacei, molluschi, pesci).

Nel periodo riproduttivo, da maggio ad agosto, numerosi individui si riuniscono per deporre gruppi di capsule ovigere di colore bianco-giallastro, a forma di clava, riunite in ammassi che possono raggiungere le dimensioni di un pallone da calcio e che contengono al loro interno le uova del mollusco. Nella foto superiore, a lato, si possono vedere queste capsule ovigere nel loro aspetto quando sono ancora nell’acqua, sotto a sinistra ritratte spiaggiate. Al centro è rappresentato il mollusco che le produce, l’Hexaplex trunculus, mentre a destra l’altra specie di “garusolo”, il Bolinus brandaris più largamente consumato e comunemente venduto al mercato.

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