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Eriocheir sinensis H. Milne Edwards, 1854 (Crustacea, Decapoda, Grapsidae)
Descrizione
Carapace di forma subquadrangolare, dalla superficie liscia ma dotata nell’area gastrica di due serie di creste dai bordi finemente dentellati. Area frontale dotata di 4 denti sub uguali, bordo antero-laterale con 4 denti, il primo più largo e rivolto in avanti, il terzo e quarto sensibilmente più piccoli dei precedenti. Fra il primo ed il secondo dente si nota una evidente concavità assente in quelli seguenti. Bordi delle aree frontali e laterali dotati di sottile ma continua dentellatura, compresi i lobi oculari, subrettangolari.Area posteriore pressocchè rettilinea e liscia. Chele uguali, con area palmare esterna del propodio dotata di evidente peluria che ne ha determinato il nome di “Granchio guantato”. Colorazione da verde olivastro a bruno; le estremità delle chele sono bianche. Dimensioni dell’esemplare osservato: mm 54,9 x 52,0. Esemplare maschio adulto.
Provenienza e diffusione in Mediterraneo e Laguna di Venezia
Specie alloctona di provenienza orientale (mari della Cina, come indica il nome), è stata introdotta accidentalmente in Europa con traffici marittimi nel 1912. Attualmente è presente in Finlandia, Svezia, Russia, Polonia, Germania, Cecoslovacchia, Olanda, Belgio, Francia ed Inghilterra. In Mediterraneo è segnalato per la prima volta nella laguna di Sigean (Petit, 1960) da cui si diffonde in numerose stazioni nell’area di Narbonne (area Occidentale del Golfo di Lione), scomparendo tuttavia successivamente (Petit & Mizolule, 1973).
Nel 2005 la specie è stata riscontrata, con un unico esemplare adulto, nella zona centro meridionale della laguna di Venezia in località Fossa Nova, Lago dei Teneri.
Per la diffusione di questa specie si ritiene che la modalità più frequente sia rappresentata dal trasporto passivo delle larve planctoniche in ballast water (Kobayashi, 2003 in Gollasch cit.). Tuttavia non si esclude la possibilità di un introduzione diretta di adulti, volontaria o accidentale, o la liberazione di larve da esemplari adulti posti in stabulazione in acque locali.
Verifiche ulteriori in acque lagunari non hanno, al momento, permesso di raccogliere altri esemplari. Non si hanno tuttavia dati sulle acque dolci prospicenti il Lago dei Teneri, ovvero la zona di laguna interessata dal ritrovamento dell’esemplare in oggetto.
Ecologia e biologia
E. sinensis è specie catadroma, gli adulti di questa specie vivono in acque dolci di canali e fiumi che possono risalire anche per oltre 1000 Km. In fase riproduttiva si portano verso gli estuari, le zone lagunari o costiere marine dove liberano le larve, da 250.000 ad un milione (Gollasch, 2005). Dopo 1-2 mesi di fase larvale plantonica i giovani assumono l’aspetto di giovani granchi e tendono a riportarsi verso le zone lagunari e di foce per risalire in acque dolci nella fase adulta. La maturità sessuale, almeno in Germania, viene raggiunta a 4-5 anni (Panning, 1938).
Specie estremamente adattabile, sopporta ampie variazioni ambientali, in particolari escursioni climatiche e alti tassi di polluzione delle acque (Rudnick A. Deborah et al., 2003).
È considerata dannosa in quanto in grado di presentare esplosioni demografiche e provocare notevoli danni all’ambiente risultando aggressiva e vorace verso la maggior parte delle altre specie ittiche e particolarmente attiva nello scavare profonde tane sulle zone degli argini di canali e corsi d’acqua (Dutton & Conroy, 1998). Eriocheir sinensis è specie onnivora ed opportunista, la dieta varia nei giovani principalmente a base vegetale, si integra negli adulti con componente animale cibandosi di invetebrati (anellidi, molluschi) e piccoli pesci.
Bibliografia
DUTTON C., CONROY C., 1998. Effects of burrowing Chinese mitten crab (Eriocheir sinensis) on the Thames Tideway. Environment Agency, London.
GOLLASCH S., 2005. Global Invasive Species Database.
MIZZAN L., 2005. Rhithropanopeus harrisii (Gould, 1841) (Crustacea, Decapoda, Panopeidae) ed Eriocheir sinensis H.Milne Edwards, 1854 (Crustacea, Decapoda, Grapsidae): due nuovi granchi esotici in laguna di Venezia. Boll. Mus. civ. St. Nat. Venezia, 56: 89-95.
PANNING A., 1938. The Chinese Mitten Crab. Smithsonian Rep. : 361-375.
PETIT G., 1960. Le crabe chinois est parvenu en Méditerranée. Vie et Mileu, 11: 133-136.
PETIT G., MIZOULE R., 1973. En douze ans le “Crabe chinois” n’a pu rèussir son implantation dans les lagunes du Languedoc. Vie et Milieu, série C, biologie terrestre, 23 (1): 181-186.
RUDNICK A. DEBORAH et al., 2003. Patterns and processes of biological invasion: The Chinese mitten crab in San Francisco bay. Basic App. Ecol. 4: 249-262.
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