Museo di Storia Naturale di Venezia

Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue

Progetti

Le tegnùe dell’Alto Adriatico

Dagli anni ‘80 del secolo scorso il Museo svolge ricerche sulle tegnùe, aree rocciose sommerse di particolare pregio situate al largo dei nostri litorali, studiando gli organismi presenti e le loro interazioni con l’ambiente circostante.

Nell’ambito di una collaborazione tra Museo e Osservatorio Alto Adriatico di ARPAV (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto), nel 2006 sono state avviate attività di ricerca per l’approfondimento delle conoscenze scientifiche e la tutela delle tegnùe, oltre ad azioni di comunicazione e di educazione ambientale indirizzate agli studenti e in generale alla cittadinanza.

Il progetto di ricerca ha interessato un’area compresa fra le latitudini 44° 45’ e 45° 38’ N, dalla costa italiana fino al limite delle acque internazionali e ha compreso l’acquisizione dei dati esistenti con revisione critica delle fonti, l’esecuzione di campagne idrografiche per rilievi batimetrici e Side Scan Sonar, la caratterizzazione strutturale e biologica mediante riprese video, foto e campionamenti biologici, l’analisi dei dati, la produzione di carte tematiche mediante un Sistema Informativo Geografico dedicato.

Si sono così identificate, per la prima volta in modo preciso e su vasta scala, le relazioni esistenti fra le caratteristiche delle comunità biologiche e quelle delle strutture quali dimensioni, tipologia, morfologia, elevazione dal fondale, distanza dalla riva e influenza dei fattori costieri, disturbo antropico, caratteristiche edafiche.

Dalle analisi chimico-mineralogiche si sono potuti definire i processi di genesi e le caratteristiche strutturali degli affioramenti studiati lungo la costa veneta, mentre le pescate periodiche hanno fornito dati utili per completare le analisi video nella definizione della componente alieutica.

I dati relativi alle comunità di fondali mobili circostanti, raccolti ed elaborati su idonei transetti in allontanamento, hanno inoltre permesso di valutare l’influenza delle tegnùe sui popolamenti bentonici vicini. A questo scopo il GIS dedicato ha permesso di implementare anche le caratteristiche granulometriche, edafiche e ambientali di ogni stazione.

Una dettagliata analisi biologica dei siti, comprendente oltre al macrozoobenthos incrostante anche il macrofitobenthos e l’endofauna, ha portato non solo a una maggiore conoscenza delle comunità di questi biotopi, ma anche a poter confrontare, per la prima volta in modo organico e metodologicamente corretto, i diversi affioramenti sotto il profilo biologico ed ecologico.

Le tegnùe sono quindi risultate, come finora ipotizzato e solo parzialmente o localmente evidenziato, un mosaico di ambienti e biotopi molto diversificati fra loro e spesso anche al loro stesso interno. Complessi fattori ambientali (distanza dalla costa, torbidità, profondità, correnti), strutturali (dimensioni, elevazione delle strutture, morfologia e natura ecc.) e biologici (competizione e altri fenomeni di interazione intra e infraspecifici) determinano una situazione di equilibri dinamici molto diversificati e spesso dipendenti dall’azione di una o più forzanti presenti.

 

Per saperne di più scarica il volume: Le tegnùe dell’Alto Adriatico. Valorizzazione della risorsa marina attraverso lo studio di aree di pregio ambientale (PDF 11,5 MB) >