Tra i suoi vari “tesori nascosti”, il Museo conserva la più importante collezione di alghe raccolte nella Laguna di Venezia nei primi del ‘900: si tratta dell’algario Vatova-Schiffner, composto da 1406 fogli che recano campioni essiccati di alghe prelevate in 70 stazioni lagunari nel triennio 1930-32.
Le alghe furono raccolte in prevalenza da Aristocle Vatova, biologo marino che lavorò a lungo presso l’Istituto di Biologia Marina per l’Adriatico di Venezia, e determinate da Victor Schiffner, uno dei più eminenti studiosi di crittogame del tempo. è notevole come tra i campioni della collezione vi siano alcune decine di tipi, esemplari su cui Schiffner si basò per descrivere altrettante specie, varietà e forme nuove per la scienza.
L’algario costituì la base per la stesura del capitolo dedicato alle alghe nella fondamentale Monografia “La Laguna di Venezia” (vol. III, Parte V, Tomo IX, Fasc. I; 1938), una copia della quale è custodita nella biblioteca del Museo. Nella pubblicazione figurano anche 35 tavole fotografiche comprendenti 205 immagini di alcuni campioni significativi; le fotografie originali, realizzate da Vatova, sono anch’esse conservate al Museo.
Tutto questo materiale offre dati fondamentali per gli studi sulla biodiversità lagunare e un’istantanea delle condizioni ambientali dell’epoca, precedenti ai cambiamenti globali degli ultimi decenni; contribuisce inoltre a descrivere la realtà storico-culturale della città di Venezia nella prima metà del ‘900.
Nonostante il suo indubbio valore scientifico, la collezione è riportata in letteratura come pressoché sconosciuta. Con l’intento di farla conoscere, studiarla e valorizzarla è stato quindi avviato un articolato progetto che si avvale della collaborazione di specifiche figure professionali, grazie alla sinergia sviluppata tra Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue e Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università degli Studi di Trieste. Il progetto prevede la digitalizzazione completa e lo studio dei campioni algali e dei materiali a essi collegati, in particolare documentazione bibliografica e cartografica.
I dati e le immagini, accompagnati da approfondimenti e notizie, saranno resi disponibili in forma digitale all’interno di un portale web dedicato che consentirà una fruizione differenziata della collezione per diverse tipologie di utenza. Gli scienziati godranno di un maggiore accesso alle informazioni potendo inoltre effettuare importanti valutazioni, anche nella direzione della conservazione della biodiversità e della mitigazione degli effetti dei cambiamenti globali. Il portale raccoglierà anche materiali didattico-divulgativi destinati a un pubblico più ampio, per approfondire la storia della laguna di Venezia, la sua biodiversità, il contesto naturale, economico e sociale, i cambiamenti climatici, il ruolo delle collezioni di storia naturale, l’opera e il contributo dei naturalisti nella prima metà del ‘900.
È infine importante sottolineare come l’estrazione dei dati dalle immagini digitali e la possibilità di consultare la collezione online contribuiscano a preservare i campioni biologici, “oggetti” estremamente fragili che devono essere maneggiati il meno possibile.
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Il progetto è sostenuto dai fondi del bando “Cultura digitale” della Fondazione di Venezia