Museo di Storia Naturale di Venezia

Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue

Progetti

Macrozoobenthos della laguna di Venezia

Nel 2002 il Museo ha condotto uno specifico studio sulla diffusione delle specie alloctone marine e lagunari, nell’ambito di un complesso programma di ricerca avente per oggetto la biodiversità nella laguna di Venezia coordinato dal Consorzio Ricerche Lagunari (CO.RI.LA.), in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e il CNR di Venezia.

Il progetto era mirato allo studio delle specie alloctone del macrozoobenthos lagunare per individuare area e grado di diffusione di specie già conosciute, relazioni e interferenze con le specie autoctone, segnalazione di eventuali nuove introduzioni. In un database appositamente sviluppato sono stati raccolti e strutturati tutti i dati bibliografici disponibili sulla presenza, diffusione, provenienza, caratteristiche biologiche ed ecologiche delle specie esotiche del macrozoobenthos della laguna di Venezia e, per i molluschi, dell’intero Mediterraneo.

La ricerca sul campo è stata svolta nell’estate del 2002; si è articolata in una campagna di campionamenti effettuati in 17 stazioni distribuite nell’intero bacino lagunare e, per ciascuna stazione, sulle due principali tipologie di substrati presenti: solido e mobile. L’analisi dei campioni ha fornito dati aggiornati sulla presenza e distribuzione delle specie esotiche conosciute, corredati da valutazioni sulle relazioni con le popolazioni autoctone coesistenti.

Particolare attenzione è stata posta al controllo della presenza di eventuali altre specie esotiche non ancora segnalate per l’ambiente lagunare. In questo senso la ricerca ha permesso di segnalare per la prima volta in laguna di Venezia tre nuove specie di recente penetrazione nel Mediterraneo: i molluschi bivalvi Scapharca demiri (ora Anadara transversa) e Musculista senhousia (ora Arcuatula senhousia), di origine orientale, e il crostaceo decapode Rhitropanopeus harrisii di provenienza nord-atlantica e segnalato precedentemente per il Mediterraneo nel 1994 in un unico sito adriatico, una stazione interna al delta del Po.