Nell’ambito del progetto di ricerca “Monitoraggio della biodiversità in ambiente alpino”, realizzato dal Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi con il finanziamento del Ministero dell’Ambiente, il Museo è stato incaricato nel periodo 2013-2015 di svolgere un’indagine di fototrappolaggio con l’obiettivo di approfondire il quadro conoscitivo sulla presenza e distribuzione dei mustelidi nell’area protetta e di verificare l’eventuale presenza del gatto selvatico, specie mai segnalata con certezza nel territorio del Parco.
Nei tre anni di studio sono state monitorate complessivamente 12 aree, situate in una fascia altitudinale compresa tra i 500 e i 1.900 m s.l.m.
L’indagine è stata condotta attraverso l’uso di fototrappole a infrarossi, dispositivi elettronici che, al passaggio degli animali, scattano fotografie e registrano filmati che vengono archiviati su supporti digitali (schede SD); sono inoltre dotate di un illuminatore che permette di registrare immagini e video di notte e in condizioni di scarsa luminosità mediante led infrarossi invisibili. Complessivamente i tre anni d’indagine hanno previsto la messa in campo di 83 stazioni di fototrappolaggio. Al fine di incrementare l’efficacia di questa tecnica, le fototrappole sono state associate a specifici attrattivi di tipo olfattivo e, laddove possibile, collocate in prossimità di passaggi faunistici.
L’indagine di fototrappolaggio ha permesso di raccogliere complessivamente 5.398 giorni trappola con 1.107 eventi di fototrappolaggio, di cui 122 relativi alle specie indagate, permettendo di sviluppare una metodica che si è rivelata efficace nell’individuazione di specie particolarmente elusive.
Sono state contattate complessivamente 4 differenti specie di mustelidi: martora, faina, donnola e tasso.
Guarda il video delle specie avvistate (fototrappolaggio 2013) >
Lo studio ha inoltre permesso di accertare per due anni consecutivi (2014-2015) la presenza del gatto selvatico, mai segnalato in precedenza all’interno dell’area protetta: la specie è stata fotografata e ripresa nel settore Longaronese-Zoldano del Parco, nel bacino del torrente Maè, e precisamente in due delle dodici aree indagate, Costa dei Nass e Val dei Ross. Il dato è di estremo interesse scientifico. Animale molto elusivo, di abitudini notturne, vive nei boschi a prevalenza di latifoglie, a quote inferiori ai 1.500 metri; si nutre in prevalenza di piccoli mammiferi. La sua presenza, come quella di tutti i carnivori, animali all’apice delle catene alimentari, testimonia l’elevata qualità degli ambienti naturali. I dati raccolti nel corso di questa indagine, unitamente ad altre recenti segnalazioni fuori dai confini dell’area protetta, confermerebbero l’espansione del gatto selvatico verso nord-ovest e la probabile presenza di una popolazione residente nel Parco delle Dolomiti Bellunesi, aprendo nuove ipotesi sullo status e sulla distribuzione di questo interessantissimo carnivoro in provincia di Belluno.
Guarda il video dell’avvistamento del gatto selvatico (ottobre 2014) >
In questo contesto appare evidente come i risultati ottenuti da un lato confermino l’importanza del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi a livello conservazionistico, ma dall’altro rendano necessari ulteriori approfondimenti volti a comprendere al meglio la presenza di queste specie nell’area protetta e il loro stato di conservazione.
Per approfondire scarica il poster (pdf 2,9 MB) >