Giovedì 5 aprile 2012, ore 17
Museo di Storia Naturale di Venezia
PRESENTAZIONE VOLUME
ESPLORATORI PERDUTI
di Stefano Mazzotti
Codice edizioni, 2012
Introduce Mauro Bon, Museo di Storia Naturale
Meglio la tenda del beduino, meglio il dorso del cammello, meglio la continua lotta e la sublime incertezza dell’indomani. In Africa, in Africa! Io voglio morire libero come la sua natura!
Orazio Antinori, esploratore (1811-1882)
Un saggio che si legge come un romanzo d’avventura, in cui si mescolano esotismo, spirito d’avventura, sete di conoscenza e atmosfere che ricordano i romanzi di Emilio Salgari, così Stefano Mazzotti – direttore del Museo di Storia Naturale di Ferrara, studioso di ecologia e zoogeografia, oltre che autore scientifico e divulgativo di successo – va alla riscoperta delle storie dimenticate degli esploratori italiani di fine Ottocento.
A cavallo tra Ottocento e Novecento, in piena epoca coloniale, le zone più selvagge e inesplorate dei cinque continenti (Corno d’Africa, Borneo, Lapponia, Amazzonia, Alaska e Siberia) sono state attraversate da coraggiosi scienziati italiani che hanno dedicato la loro vita allo studio della meravigliosa biodiversità della Terra.
Figure come Orazio Antinori, Odoardo Beccari, Enrico Maria D’Albertis, Elio Modiglioni, Leonardo Fea, personaggi forse poco noti al grande pubblico, oltre ad aver vissuto vite straordinarie hanno dato però un fondamentale contributo allo sviluppo delle discipline scientifiche allora emergenti. Questi esploratori “perduti”, grazie a questo libro, ora vengono ritrovati dal piacere della lettura; accomunati, scrive Stefano Mazzotti: «da uno spirito di conoscenza e di esplorazione, da una curiosità che li rendeva irrequieti in
patria e formidabili perlustratori e raccoglitori di nuove conoscenze, nelle “terre incognite” di un pianeta ancora tutto da scoprire».
Il volume viene presentato nella sede d’eccezione del Museo di Storia Naturale di Venezia, che custodisce preziose collezioni di grandi esploratori del passato: quella etnologica di Giovanni Miani, raccolta durante la sua prima spedizione alla ricerca delle sorgenti del Nilo (1859-60), quella etnografico-naturalistica di Giuseppe De Reali, raccolta tra il 1898 e il 1929 durante le spedizioni di “caccia grossa” in Africa orientale ed equatoriale o ancora, per venire ai tempi nostri, quella prodotta da Giancarlo Ligabue, grande figura di esploratore moderno, durante i suoi viaggi in tutto il mondo.