LEONARDO NAVA
Omomorfismi naturali
Dal 10 al 29 settembre 2019
Museo di Storia Naturale di Venezia
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La mostra Omomorfismi Naturali, promossa dalla Fondazione Musei Civici, in concomitanza con la terza edizione di The Venice Glass Week, viene ospitata nella prestigiosa sede del Museo di Storia Naturale di Venezia, al Fontego dei Turchi, e presenta i lavori inediti di Leonardo Nava, il quale si dedica da tempo ad indagare “l’energia situata più internamente, che appartiene alla sospensione della poesia, con una proiezione nel non visibile, dentro al corpo della sensazione”.
Vasi in vetro soffiato o in pasta di vetro che celano piccoli nidi di uccelli; una scultura dalla cui massa calcarea emergono lacerti di rami di albero fossilizzato che trattiene una bolla di vetro soffiato; una scultura in pasta di vetro si accosta al suo modello in ceroplastica, dove la tecnica tradizionale, portata alle sue vette dalla seconda metà del diciottesimo secolo fino alla seconda metà del diciannovesimo per mano di eccellenti modellatori come Clemente Susini, Francesco Calenzuoli, Luigi Calamai, seguiti da valenti anatomici, diventa il medium per veicolare una tensione poetica integralmente contemporanea.
Questi ultimi lavori scultorei infatti si presentano quali fossili dal futuro di una natura umana e vegetale allo stesso tempo, testimonianza “di un’era in cui uomo e natura sono stati coesi”.
Il progetto, il disegno alla base del lavoro pare poter evocare l’Urpflanze di Goethe, da intendere quale modello alla base delle sedimentazioni fenomenologiche dal passato e applicabile a tutte le manifestazioni, comprese quelle future.
Quale dispositivo migliore se non un Museo di Storia Naturale per esporre frammenti di una paleontologia futura affianco ai reperti della milionaria storia del mondo?
Tuttavia, come ricorda Gino Tomasi nel saggio “La memoria della natura nei musei naturalistici di città” vi si riconoscono anche gli esempi di errate valutazioni del nostro divenire ambientale “consegnate agli enunciati pubblici e alle sedi decisionali.
Questo fenomeno riguarda attualmente anche i nostri comportamenti di fronte alle possibilità previsionali del nostro futuro, e richiama l’esigenza di un urgente, rigoroso e scientifico riordino concettuale ed applicativo dei rapporti dell’uomo con la natura, intesa questa non solo come motivi di contemplazione, ma conoscenza, rispetto, salute, risorsa”.
Rispetto ad essi, grazie al carattere intuitivo che contraddistingue il lavoro di Leonardo Nava che guarda il presente nella prospettiva del futuro, la prassi artistica viene saldata a una dimensione etica inserendosi in un filone che trova conferma nell’estetica ecologica.