Museo di Storia Naturale di Venezia

Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue

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Meduse nelle nostre spiagge

Luglio 2016

Nessun pericolo per la presenza di Cassiopea mediterranea in laguna e lungo le spiagge.

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Cassiopea mediterranea (Cotylorhiza tuberculata)

In questi giorni ci sono stati segnalati in laguna e lungo le nostre spiagge numerosi giovani esemplari di Cassiopea mediterranea (Cotylorhiza tuberculata), una medusa poco conosciuta dai nostri bagnanti; si tratta in un certo senso di una new entry… almeno per numero e dimensioni.

È chiamata anche “medusa occhio di bue” per l’aspetto simile a un enorme uovo cucinato all’occhio, potendo arrivare a 30 cm di diametro e diversi chili di peso. È da sempre presente in Mediterraneo e anche in Adriatico ma lungo le nostre coste era piuttosto rara fino a pochi anni fa, mentre da 5-6 anni il suo numero sta aumentando progressivamente. In questi giorni stiamo in effetti notando un’esplosione demografica di giovani esemplari: a fine luglio in Bacàn e al faro di San Nicolò se ne osservavano migliaia, così come in laguna nei pressi delle bocche di porto ma anche lungo le spiagge.

Il colore marroncino dell’ombrello è dovuto alla presenza di microalghe simbionti che vivono nei tessuti dell’animale; infatti questa medusa vive sempre in prossimità della superficie, per poter avere la luce necessaria alla sopravvivenza delle alghe.

Sotto l’ombrello dei grandi esemplari è facile notare piccoli pesciolini che vi trovano protezione: sono giovani di sugarello e ricciola, grandi pesci pelagici.

Come l’altra grande e comune medusa, il Polmone di mare (Rhizostoma pulmo), anche Cassiopea mediterranea ha una bassa pericolosità per l’uomo.

In questo periodo sono presenti inoltre molti Ctenofori, piccoli animali marini trasparenti apparentemente simili alle meduse ma anch’essi innocui perché completamente privi di cellule urticanti.

In prossimità della spiaggia, di norma a profondità inferiori al metro, sono invece attualmente presenti anche esemplari di Vespa di mare (Carybdaea marsupialis), una piccola cubomedusa quasi trasparente dotata di quattro lunghi tentacoli violetti molto urticanti. Essendo difficilmente visibile, le persone colpite tendono ad incolpare le ben più evidenti Cassiopea e Polmone di mare che come già detto sono sostanzialmente innocue.

Potenzialmente pericolosa e talvolta presente nei nostri mari è anche la Medusa bruna (Chrysaora hysoscella), un’altra medusa marroncina da cui gli esemplari giovani di Cassiopea si distinguono per avere una corolla di evidenti palline blu elettrico sotto l’ombrello.

Il Museo continuerà a monitorare la situazione che al momento tuttavia non presenta motivi di preoccupazione, almeno dal punto di vista della balneazione.

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