Museo di Storia Naturale di Venezia

Museo di Storia Naturale di Venezia Giancarlo Ligabue

Privato: NEWS

News 2009

TARTARUGHE MARINE
Nasce il Gruppo di Lavoro sull’emergenza tartarughe marine. L’estate del 2009 verrà ricordata, almeno sulle coste italiane del nord Adriatico, come l’estate della grande emergenza tartarughe marine. Nei due mesi di luglio e agosto, con una coda che è proseguita anche a settembre e in qualche caso ai primi di ottobre, una marea di piccole tartarughe della specie Caretta caretta ha invaso le spiagge e le acque basse. Erano tartarughe seriamente in difficoltà, profondamente debilitate, di giovanissima età (2-4 anni) e tutte spaventosamente coperte da un piccolo crostaceo, detto comunemente “dente di cane” o “balano”. I balani ne ricoprivano completamente il carapace, la pelle delle zampe, del collo, della testa, ed erano presenti anche sugli occhi, sui contorni della bocca e nel suo interno. A volte formavano una “armatura” (i balani hanno un guscio calcareo) tale da impedire alla tartaruga ogni movimento. I numeri sono impressionanti, parliamo di circa 180 esemplari, che da Ancona a Trieste sono stati trovati spiaggiati o in difficoltà in poca acqua, e consegnati ai centri di recupero. Un fenomeno senza precedenti non solo in Adriatico ma addirittura a livello mondiale. Affrontata l’emergenza con ogni mezzo disponibile, per gli enti che hanno fronteggiato questa situazione drammatica è ora il tempo delle domande, dei tentativi di spiegazione del fenomeno, anche per essere pronti nell’eventualità, remota e terrificante, che lo stesso possa verificarsi di nuovo la prossima estate. Il primo importantissimo passo è stato compiuto proprio il 6 ottobre. Organizzato e ospitato da Fondazione Cetacea, a Riccione, si è svolto infatti un incontro fra i vari enti coinvolti nel fenomeno, e si è subito raggiunto l’accordo per formare un Gruppo di Lavoro che studierà questo inedito fenomeno. Ne fanno parte: – Associazione Archè – Research and Educational Activities for Chelonian Conservation – Associazione Benessere Animale – ARPA Daphne – Centro Ricerche Marine Cesenatico – Fondazione Cetacea – Museo di Jesolo – Museo di Storia Naturale Venezia – Università di Bologna, Dipartimento Sanità Pubblica Veterinaria e Patologia Animale, Gruppo di Ricerca sui Grandi Vertebrati Pelagici – Università di Padova, Dipartimento di Scienze Cliniche Veterinarie.

Comunicato stampa tartarughe marine (DOC 33 KB) >>>

_

NUOVI MATERIALI
Il Museo di Storia Naturale in collaborazione con Arpav ha realizzato nuovi materiali a carattere divulgativo. La nuova versione aggiornata ed ampliata della pubblicazione “Le tegnùe: ambiente, organismi, curiosità”, tre poster 100 x 70 cm e un set di tavolette plastificate per facilitare l’identificazione delle specie marine delle fauna adriatica. Volume, poster e tavolette possono essere ritirati gratuitamente, previa richiesta, presso il Museo di Storia Naturale oppure ad ARPAV Servizio Acque Marino Costiere.

_

NUOVO SITO
È on line il sito www.ornitologiaveneziana.eu, un nuovo contenitore dedicato alle ricerche sull’avifauna nella provincia di Venezia creato da un progetto del Museo di Storia Naturale di Venezia e finanziato dall’Associazione Faunisti Veneti, diretto da Mauro Bon e curato da Emanuele Stival e Raffaella Trabucco. Questo sito nasce per divulgare i risultati delle ricerche ornitologiche effettuate nel territorio veneziano da molti studiosi e appassionati, ma anche per fornire un supporto a chi volesse avvicinarsi all’affascinante mondo del birdwatching. Ospita infatti alcuni utili strumenti quali una guida al riconoscimento, un glossario e una sezione dedicata ai nomi dialettali degli uccelli, ma molto spazio è dedicato al progetto “Atlante ornitologico del comune di Venezia”; sono in particolare scaricabili le istruzioni, le cartografie e tutti i materiali utili allo svolgimento dei monitoraggi. A tale proposito ricordiamo che con l’arrivo dell’inverno sono ripresi i monitoraggi per il periodo dicembre 2008 / gennaio 2009, dedicati al censimento dell’avifauna svernante. In breve diamo alcune indicazioni ai rilevatori che intendano collaborare: inviate ogni singolo dato, anche riferito a specie che considerate “banali”; chi volesse “adottare” uno o più quadranti UTM si metta in contatto con Mauro Bon o con Emanuele Stival, onde evitare sovrapposizioni; vanno monitorati anche tutti gli ambienti acquei, ad eccezione delle valli da pesca; la metodologia di rilevamento è leggermente diversa rispetto a quella utilizzata per i nidificanti; in alternativa potete telefonare al recapito del Museo per i dettagli. Vi informiamo infine che abbiamo raccolto quasi 12.000 record per quanto riguarda i dati della stagione riproduttiva. Si tratta di un buon numero, considerando che il progetto è stato poco divulgato ed è partito un po’ in ritardo. Questi dati verranno presto tradotti in una cartografia provvisoria e contiamo di presentarli prima dell’inizio della prossima stagione riproduttiva.